Commento al Vangelo – 7 Settembre 2025

Lc 14,25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

 

 

 

 

Così scrive sant’Agostino: «è stato detto: Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me, e: Chi non prende la sua croce e non mi segue non è degno di me 2. Dio non ha tolto l’amore dei genitori, della moglie, dei figli ma lo ha messo in gerarchia di valori. Non ha detto: ” Chi ama “, ma: chi ama più di me. È quello che la Chiesa dice nel Cantico dei Cantici: Ha messo in me un ordine nell’amore 3. Ama dunque il padre, ma non amarlo più del Signore, ama chi ti ha generato ma non più di chi ti ha creato. […] Se tanto vanno amati coloro che hanno generato un mortale, quanto più coloro che hanno generato chi giungerà all’eternità e in essa rimarrà! Ama la moglie, ama i figli ma secondo Dio, in modo da aver cura che anch’essi venerino Dio insieme con te. Quando sarai congiunto a lui non avrai più da temere separazioni. Perciò non devi amarli più di Dio e li ameresti male se trascurassi di condurli a Dio insieme con te. Può presentarsi anche l’ora del martirio. Tu vuoi far professione di fede a Cristo. Per questa professione puoi subire torture, puoi subire la morte temporale. Si può dare il caso che padre, moglie, figli insistano per strapparti alla morte, e con questi tentativi ti procurerebbero la morte. Se non riescono a procurartela, ecco allora ti verrà in mente questo monito: Chi ama il padre o la madre o la moglie o i figli più di me, non è degno di me». (Sant’Agostino, Discorso 334).

Suor Stella Maria psgm

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