DOMENICA IN PAROLE, NOTE E COLORI – a cura di don Giammaria Canu

La prima tentazione, dettaglio del mosaico del duomo di Monreale.

Salvi e liberi per tentazione.

Dopo che Gesù si lascia immergere nell’acqua del Giordano da Giovanni, l’uomo sintesi di tutta la storia di amicizia tra Dio e gli uomini, qualcosa doveva intervenire per impedire che Dio si mischiasse, si immergesse, si contaminasse così tanto con la storia degli uomini. Arrivano per Gesù le tentazioni di «considerare un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio e evitare di svuotare se stesso assumendo una condizione di servo e di umiliare se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,7-8).

Come Gesù, anche noi, pieni di Spirito Santo, entriamo nel deserto. Il deserto, senza Spirito Santo è pericoloso. La Quaresima è tempo per saldare l’amicizia, la confidenza, la sintonia con lo Spirito Santo.

Il Vangelo di questa prima domenica di Quaresima ci dona tre parabole, tre stili di lavoro del diavolo, tre modi di “tentare” di sopravvivere al deserto senza Dio, tre omelie sull’importanza di prendere sul serio il proprio cuore, isolandolo dal caotico groviglio della «società esteriormente levigata» (Chul Han) e facendogli gustare la verità e la fragilità dell’«aggrovigliata trama dell’umana esperienza» (Cassirer).

Questi tre passi nel deserto sono, secondo san Luca come un Vangelo della libertà, o meglio del processo lungo e interminabile di liberazione. Per salvarsi, è inevitabile passare per le tentazioni. In fondo, tentazione equivale a scelta, decisione, cammino. Sono il modo per staccarsi dal grigio ritmo che fa vivere ad altri la mia vita. Se non scelgo, qualcun altro sceglierà per me! Come Gesù anche io devo decidere come far avanzare il cuore di fronte alle fatiche, davanti al potere e davanti all’onnipotenza. Come Gesù anche io posso infilare il mio cuore nella via della libertà che costa fatica, preferisce servire più che dominare, fidarsi di Dio più dei propri progetti.

E le tentazioni si attraversano non a colpi di forza di volontà, ma tenendo stretta la mano all’uomo più tentato della storia: Gesù. Certo si può stare molto meglio senza tentazioni, ma si perde il meglio della vita: ogni felicità è sempre all’altra riva di una tentazione.

Per esempio, la prima tentazione: «risolvi ogni fatica trovando scorciatoie e pensa a sfamare il tuo stomaco». Gesù invece non si accontenta di stare nel porto sicuro dei suoi miracoli, ma intravvede all’altra sponda un di più di vita: non si vive di pane soltanto, ma c’è una Parola che allarga infinitamente di più il cuore e gli restituisce la sua immagine di Dio, aprendolo al dono, all’amore, all’altro, al perdono, alla pace, al servizio, alla gioia eterna. Sembra che questa prima tentazione-parabola voglia dirci che bisogna passare da un cristianesimo del mettere apposto la propria coscienza facendo tutti i doveri da battezzato ad un cristianesimo dell’innamoramento, della bellezza, della gratitudine, del gusto, della gioia piena. E la quaresima è un tempo opportuno proprio per convertire il nostro cristianesimo: «dobbiamo tornare ad amare Dio da innamorati, non più da sottomessi» (Ronchi).

E la seconda tentazione? Scegli se restare nel porto sicuro del dominio, del potere, della gloria, oppure se passare all’altra riva e dedicarti al dono che libera dalla schiavitù del potere. Il Regno, quello di Dio è diverso dai regni della terra. Dominare è il verbo del Diavolo, cioè del divisore, che insegna ad usare i beni e le persone per poter contare. Tutto ciò che promette felicità calpestando l’altro è un idolo che non tarda a strozzare la libertà e a chiederti il conto: l’idolo promette ciò che non ha.

E poi la terza, la più subdola: se Dio è dalla mia parte, non può che lavorare perché riescano tutti i miei progetti. È la prova del: Dio dove sei quando il male morde la vita? È la creazione capovolta: Dio a mia misura, ai miei comandi, al servizio del mio disegno di vita. Quaresima è tempo per riposizionarci nei disegni di Dio e ridimensionare i miei calcoli per salvarmi.

Buona Quaresima.

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Contempla: La prima tentazione, dettaglio del mosaico del duomo di Monreale.

Diversamente dal deserto attraversato nell’Esodo dagli Ebrei, Gesù, Maestro e Signore, esce vittorioso dal deserto, il male sarà costretto ad ammettere la sua totale impotenza nei suoi confronti.

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Ascolta: Battisti, Il mio canto libero

In un mondo che (pietre un giorno case)/ Prigioniero è (ricoperte dalle rose selvatiche)/ Respiriamo liberi io e te (rivivono, ci chiamano)

E la verità (boschi abbandonati)/ Si offre nuda a noi (e perciò sopravvissuti vergini)/ E limpida è l’immagine (si aprono)/ Ormai (ci abbracciano)

Nuove sensazioni, giovani emozioni/ Si esprimono purissime in noi/ La veste dei fantasmi del passato/ Cadendo lascia il quadro immacolato/ E si alza un vento tiepido d’amore/ Di vero amore

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Chiediti: chiedo la grazia di non perdere nessuna occasione di questa Quaresima per prendermi cura del cuore, della sua libertà e delle sue infinite possibilità di amare nonostante le tentazioni della pigrizia, dell’egoismo, del potere, dei rancori.

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