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Commento al Vangelo - 21 Maggio 2023


Mt 28,16-20


In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».







Gesù Cristo è il Signore, perché possiede la pienezza del potere “nei cieli e sulla terra”. È il potere regale “al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione . . . Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi” (Ef 1, 20-22). Nello stesso tempo è l’autorità sacerdotale di cui parla ampiamente la lettera agli Ebrei, facendo riferimento al Salmo 110 [109], 4: “Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek” (Eb 5, 6). […] Come Signore, Cristo è il capo della Chiesa, che è il suo corpo […] Nell’espansione della regalità conferitagli su tutta l’economia della salvezza, Cristo è Signore del cosmo intero. Ce lo dice l’altro grande affresco della lettera agli Efesini: “Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose” (Ef 4, 10). […] Dobbiamo infine aggiungere che Cristo e il Signore della vita eterna. A lui appartiene l’ultimo giudizio, […] Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere degli uomini e le coscienze umane, appartiene a Cristo in quanto redentore del mondo. Egli infatti “acquistò” questo diritto mediante la Croce. Perciò il Padre “ha rimesso ogni giudizio al Figlio” (Gv 5, 22). Il Figlio tuttavia non è venuto soprattutto per giudicare, ma per salvare. Per elargire la vita divina che è in lui. “Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo” (Gv 5, 26-27). (San Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 19 aprile 1989).


Suor Stella Maria, psgm

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