Commento al Vangelo - 3 Dicembre 2023
Mc 13,33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
«Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà». “Nella liturgia di questa domenica, il Signore ci rivolge, in modo particolare, una parola: “Vegliate” […]. Spesse volte si accusa il cristianesimo perché, indirizzando l’uomo alle realtà ultime ed eterne, distoglierebbe la sua attenzione dalle cose temporali. Tale rimprovero suppone una erronea comprensione della invocazione di Cristo al “vegliare”. Essa è pronunciata in una prospettiva escatologica, ma contemporaneamente si apre a tutta la pienezza dei problemi e dei compiti dell’uomo che vive su questa terra. L’esistenza temporale genera una serie di doveri, che costituiscono appunto il contenuto di quel “vegliate”, secondo il Vangelo. […] quel “vegliate” di Cristo, che con tale denso contenuto echeggia nella liturgia odierna, è indirizzato a ognuno di noi, ad ogni uomo. Ognuno di noi ha la propria parte nella storia del mondo e nella storia della salvezza, mediante la partecipazione alla vita della propria società, della nazione, dell’ambiente della famiglia”. (San Giovanni Paolo II, Omelia, 18 novembre 1979). Domandiamo al Signore la grazia di essere trovati ciascuno al proprio posto, compiendo vigilanti il proprio dovere.
Suor Stella Maria, psgm
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