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Commento al Vangelo - 9 Ottobre 2022


Lc 17,11-19


Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.

Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.

Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.

Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».





«Appena li vide, Gesù disse loro: “Andate a presentarvi dai sacerdoti”». Da quando tempo non ci presentiamo dal sacerdote per la nostra purificazione, cioè per la nostra Confessione? Quanto tempo è trascorso dall’ultima volta che abbiamo sollecitato i nostri cari ad accostarsi al sacramento della Penitenza? (cfr. Volantino Verde di Gesù e Maria, in: SLC, p.145). Nel vangelo di oggi, Gesù lamenta il fatto che solo uno dei dieci lebbrosi guariti è tornato indietro per rendere grazie a Dio. Che brutto peccato è l’ingratitudine! La persona ingrata è colei che non dimostra sentimenti di affetto verso chi le ha fatto del bene. Il sacramento della Riconciliazione, insieme a tutti gli altri sacramenti è uno dei beni più preziosi che Dio ci ha lasciato. Sono preziosi, perché prezioso è il sangue di Cristo da cui essi scaturiscono e con il quale siamo stati liberati (cfr. 1Pt 1,18). Il sacramento della Confessione, dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: «ci riconcilia con la Chiesa. Il peccato incrina o infrange la comunione fraterna. Il sacramento della Penitenza la ripara o la restaura. [...]. Ristabilito o rinsaldato nella comunione dei santi, il peccatore viene fortificato dallo scambio dei beni spirituali di tutte le membra vive del corpo di Cristo, siano esse ancora nella condizione di pellegrini o siano già nella patria celeste» (CCC, n. 1469). Perciò, non trascuriamo di tornare a Dio -anche per mezzo del sacramento della Confessione- per lodarlo e ringraziarlo di averci fatto partecipi di un bene tanto grande.


Suor Stella Maria, psgm

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