DI DOMENICA IN DOMENICA - a cura di don Giammaria Canu
Domenica, 23 maggio 2021
Finalmente se n’è andato.
Finalmente se n’è andato Gesù. Quel Dio ospitato nella nostra carne è tornato dal Padre. Tutto quello che aveva da dire Dio l’ha detto e non l’ha detto solo con parole che vengono fuori dalla bocca, ma con un uomo che viene fuori da un grembo. La cosa enormemente grande (solo la fantasia del Creatore poteva arrivare a tanto) è che dopo aver lasciato questo mondo per ascendere al Cielo, Dio smette di essere l’assente ingiustificato della storia, per essere vivente non in un solo uomo storico con un nome (Gesù), una storia (di 33 anni) e una geografia (da Nazareth a Gerusalemme), ma in ogni uomo di tutti i tempi, a patto che quest’uomo impari a frequentare la parte più profonda, più segreta e più vera di sé: il suo spirito. Insomma: prima dell’Incarnazione Dio aveva parlato col vocabolario della profezia, tra l’Incarnazione e l’Ascensione ha parlato con parole e gesti di un rabbì di Nazareth, dopo l’Ascensione Dio parla col vocabolario dello spirito. E questo dello spirito è un linguaggio accessibile ad ogni uomo (di Franco Battiato ho sempre apprezzato la sua sincerità spirituale). Dio non ha creato ancora nessun uomo senza lo spirito. Per questo Dio parla al nostro spirito di persona, a tu per tu, faccia a faccia, intrattenendosi come un amico. E questa persona divina che incontriamo nel nostro spirito si chiama Spirito Santo.
Finalmente se n’è andato Gesù. E così di Dio possiamo averne esperienza tutti.
Avviene poi che le domande sulla vita, su Dio e sul senso di tutto raggiungano il picco quando si fa esperienza spirituale della non-vita (morte), dell’assenza di Dio e del non-senso. Sono le fasi della vita più difficili, più paurose e più odiabili. Cioè sono quelle più patite. E dove c’è passione c’è sempre lo zampino dello Spirito Santo perché ogni passione si vive nello spirito!
Passione è per esempio quella di un artista che ad ogni pennellata, ad ogni nota o ad ogni verso interroga il proprio spirito, lotta col proprio spirito per tirarne fuori (esprimere, da ex-premere, premere per tirare fuori) il tratto più potente, più convincente e più originale che possa produrre. L’artista è consapevole che ciò che sta esprimendo è ad imperitura memoria e non teme di perdere tempo, sonno ed energie nella lotta spirituale. È emozionante vedere i manoscritti dell’Infinito di Leopardi zeppi di correzioni, tagli e chissà quante pagine stracciate via; oppure i bozzetti di Leonardo prima di dipingere le sue Madonne; oppure gli scarabocchi di Beethoven sullo spartito della nona sinfonia. È nel terreno dello spirito umano che si gioca la partita di ogni opera d’arte che abbia la pretesa di durare per l’eternità.
Passione è però pure quella di una mamma e di un babbo che in questo tempo di chiusure, confusione e paure si sono reinventati ogni giorno la propria vocazione di genitori. Oltre alla fatica che è già la trama di ogni giornata; oltre alle sorprese che diventano ordinarie quando ci sono bambini che scorrazzano tra le mura domestiche; oltre alle proprie responsabilità professionali, hanno anche messo sulle proprie spalle la pesantezza della pandemia, pescando dal proprio spirito cose antiche e cose nuove, rimescolandole e rendendo appassionante la vita domestica. Un applauso a questi veri artisti del look down, i veri alleati di medici e amministratori che ci stanno tirando fuori da questo buio momento a testa alta, fortificati e non calpestati, vincenti e non depressi.
Passione è infine quella di Gesù. Sia quella per i piccoli, i malati e i peccatori, ma anche quella passione della Settimana Santa che tanto avvicina il Crocifisso ai crocifissi quotidiani che patiscono la crudeltà e la fatica della vita quotidiana. Eccolo qua lo Spirito Santo in azione: non sceglie al tuo posto, ma suggerisce cosa scegliere. È un ”Paraclito”, cioè un avvocato pronto a starti accanto, tifando per te, credendo nel tuo riscatto, nella tua rivincita sulla vita impietosa. Proprio ciò di cui abbiamo bisogno: qualcuno che convinca il mio spirito che sarà sempre possibile risollevarsi, ripartire e ricostruire.
Menomale che Gesù se n’è andato. Ci voleva uno che, come ha fatto Gesù con quella manciata di persone che lo hanno visto e toccato, facesse per sempre e con ogni uomo quei tratti di strada più faticosi, più patiti e perciò più artistici e più fecondi della nostra esistenza. E poi, con lo Spirito Santo, Gesù smette di essere un romanzo per diventare la presenza costante in chi lo cerca.
don Giammaria Canu
V. Kandinskij, Composizione X (1939). Prezioso il testo di Kandinskij Lo spirituale nell’arte.
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