Messaggio del Vescovo agli Studenti, Genitori e Insegnanti
Nell’educazione il futuro.
La scuola riparte! Auguriamo buon lavoro agli alunni, ai dirigenti scolastici e docenti, al personale amministrativo e ausiliare.
Tanti ci diciamo siamo a settembre come sarà la scuola? Che cosa porterà con sé dell’esperienza vissuta negli ultimi due anni, così segnati dalla pandemia?
Al di là delle misure di contenimento che saranno scelte, alcuni dati non potranno essere più modificati, a partire dalle concrete situazioni vissute.
Si tratta delle prove generali dell’educazione del futuro?
C’è da riflettere, intanto il messaggio che giunge dagli studenti, per dirlo con le parole affidate a internet da Giacomo, 16 anni, “Scuola, mi manchi. Non ci dimenticare. Prenditi, come sempre, cura di noi”.
E’ evidente che in quest’anno, nelle scuole di ogni ordine e grado, si sono scatenate energie nuove e messe risorse professionali impensabili, sotto la spinta della necessità di non interrompere i percorsi formativi e non perdere il contatto con gli studenti, grandi e piccoli.
Grazie alla perseveranza dei docenti, alla fermezza degli studenti e al sostegno della famiglia la scuola ha acquisito sostanziali competenze in più e generalmente migliorata la dotazione tecnologica nelle sedi.
Considero i docenti italiani la seconda linea di resistenza al virus. In prima linea gli operatori sanitari e le forze dell’ordine, ma il tessuto sociale è stata gestita dalla scuola che ha tenuto a casa milioni di studenti che mi sembra di poter dire hanno dato una grande prova di compostezza.
I genitori hanno toccato con mano le difficoltà dell’insegnamento e il lavoro dei docenti. Da questo si può aspirare ad una rinnovata alleanza educativa tra scuola e famiglia.
La priorità, ora, è quella di tornare stabilmente alla scuola in presenza, ritrovando le consuete routine, non dimenticando le esperienze vissute e contando sul supporto delle tecnologie digitali e della rete che, in periodi di crisi come in periodi di normalità, rappresentano strumenti per rapportarsi e vivere in una società globale.
Senza molta retorica vorrei consegnare un messaggio positivo dicendo che siamo di fronte a un futuro promettente. Promettente. Penso che possa sintetizzare in questo modo il futuro del rapporto tra maestro e allievo, tra docente e studente, dopo mesi di didattica a distanza “forzata”. E’ promettente il futuro del rapporto docente e studente, perché abbiamo la possibilità di far tesoro di ciò che l’esperienza di quest’ultimo anno e mezzo ci ha mostrato: insegnare non è un semplice parlare di fronte a un gruppo indifferenziato di alunni, non è un presentare un insieme di contenuti davanti a qualcuno, che egli sia in aula o racchiuso in quattro centimetri quadrati di uno schermo. Nel rapporto tra insegnante e studente invece troviamo ben di più; c’è il camminare insieme; c’è l’interazione con l’altro che comporta il saperlo incontrare, attendere, interpellare, attivare, accompagnare; c’è la generatività dell’incontro di pensieri che suscitano domande, di interrogativi che stimolano risposte sensate.
E’ promettente il futuro del rapporto tra l’insegnante e lo studente, nella misura in cui chi insegna saprà imparare da questo tempo l’importanza di pensare l’insegnamento come un impegno collaborativo tra adulti e tra docenti e studenti. Il moltiplicarsi delle possibilità di “erogare contenuti” porta con sé un alto rischio di frammentazione che può essere contrastato soltanto da un innalzamento della sinergia tra gli insegnanti, chiamati a pensare la relazione educativa anche “al plurale”.
E’ un futuro promettente da guardare con fiducia: le scelte, il modo nuovo di intendere l’azione educativa e didattica, la creatività, la centralità nel rapporto educativo dell’incontro con le persone, l’incontro teso sempre a promuovere la libertà responsabile di ciascuno.
Auguro a quanti operano nelle scuole di essere donne e uomini di speranza!
+don Corrado vescovo
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