Messaggio Pasquale del Vescovo
NUOVA VITA.
Vita nuova.
“Sfolgora il sole di Pasqua”: così canta un antico inno liturgico, ma sembra che questo sole faccia molta fatica a sfolgorare dentro di noi e nel cuore della nostra società ferita dalla guerra. Nell’approssimarsi della Pasqua, mi chiedo, quale idea abbiano gli uomini e le donne del nostro tempo di questa celebrazione cristiana?
Certo, nel nostro contesto che ha alle spalle tanti secoli di cristianesimo, non sarà difficile per molti vedere nella Pasqua un qualche “ricordo” della resurrezione di Gesù. Vorrei dire che questo non basta, o in verità non è mai bastato.
Coloro che credono in Cristo risorto danno alla Pasqua un significato ancora più profondo: Egli è vivo, perché ha abbracciato la morte, ma l’ha abbracciata così forte che alla fine a morire fu lei, la morte!
È questa la nostra sicurezza di fondo. Da qui inizia la vita nuova del cristiano, di ogni uomo nella certezza che Gesù è risorto e che in lui anche noi risorgeremo a nuova vita.
Il mistero pasquale è l’unico che può rispondere alla domanda di senso della nostra vita, senza doversi arrestare neppure davanti al dolore e alla morte, come sono costrette a fare la filosofia, la scienza e tutte le risposte umane.
Proprio in tale prospettiva, la Pasqua illumina le nostre incertezze e le nostre paure; diviene rassicurazione per noi che siamo tentati dal demone dello scoraggiamento.
Dobbiamo però ricordare una cosa. Questa risposta sul senso della vita si ottiene solo appropriandoci, mediante la fede, dell’opera di Cristo, entrando attivamente dentro il mistero, non rimanendone fuori, come spettatori più o meno neutrali e distratti.
L’opera di Gesù ci insegna a non aver paura e a fidarci di Lui risorto mettendo in gioco la nostra esistenza diventando fecondi. A Pasqua Dio dona vita, nuova vita, vita nuova, capacità d’amare.
L’amore è quello che vince con Cristo, il mattino di Pasqua; l’amore nascosto, deriso, inascoltato, misconosciuto, crocifisso rovescia la pietra sepolcrale.
Risurrezione è allora, alzare lo sguardo non per dimenticare quello che viviamo ogni giorno, ma per ritrovare il senso, per affidare questa nostra storia a chi la salvezza l’opera davvero, per ritrovare quello sguardo capace di condividere con i fratelli quello che siamo e abbiamo.
Pasqua non dimentichiamolo, è un inizio. Nessuno è sottratto alla fatica di cercare, di ascoltare, di incontrare il Signore risorto. È tutto solo questione di amore.
Può essere utile a questo proposito la testimonianza di Madeleine Delbrel (1904-1964), che così si è espressa in una sua poesia: “Se dovessi scegliere una reliquia della tua Passione, prenderei proprio quel catino colmo d’acqua sporca. Girerei il mondo con quel recipiente, ad ogni piede cingermi l’asciugatoio e curvarmi giù in basso, non alzando mai la testa oltre il polpaccio per non distinguere i nemici dagli amici, e lavare i piedi del vagabondo, dell’ateo, del drogato, del carcerato, dell’omicida, di chi non mi saluta più, di quel compagno per cui non prego. In silenzio …. finchè tutti abbiano capito, nel mio, il Tuo amore”.
La forza operosa della Pasqua, che Gesù risorto continua a trasmettere ai suoi, trasformi ciascuno di noi in uomini e donne dalla “vita nuova”.
Auguro a tutti voi di ritrovare il Signore Gesù, risorto perché ha amato, la fonte della nostra felicità più vera e la spinta a fare della nostra esistenza una esistenza per gli altri. Le occasioni sono numerose, la vita ne è piena: non sprechiamole.
A tutti, particolarmente a quanti soffrono nel corpo e nello spirito, esprimo la mia vicinanza e il mio sincero augurio di Buona Pasqua. Buona Pasqua a tutta la Chiesa diocesana, perché alla luce del mistero pasquale proceda unita e concorde nel cammino tracciato dal Sinodo.
Buona Pasqua ad ogni uomo e donna di buona volontà, perché tutti si possa diventare operatori di pace e messaggeri di speranza. Auguri di vero cuore per tutti voi.
+ don Corrado vescovo
