Cari amici cristiani della comunità di Bono (…e non solo),
sento molto vicina la pesantezza del vostro cuore in questo tempo così stonato in cui vi siete dovuti reinventare la vita quotidiana. Chiacchierando con amicizia col vostro parroco ho toccato con mano e sofferto anch’io per l’inasprirsi della paura del virus, per il sospetto reciproco e il pettegolezzo distruttivo che sguazzano sempre in tempi di incertezza e ultimamente ho pure pianto con don Mario per le inaspettate e immeritate posizioni di incomprensione assunte dall’istituzione pubblica che vi rappresenta. Sono certo che troveremo spazi e tempi per chiarire e restare amici e collaboratori per il bene di ogni uomo e cittadino. Da parte nostra resta la più grande e attenta disponibilità al confronto tra amici.
Ho tanto chiesto per voi e con voi allo Spirito Santo di indicare sentieri che non lascino neanche il minimo residuo di paura, rancore e divisione ma che raccontino di quanto amore è capace il cuore di un uomo mosso da Dio.
Vorrei consegnavi con semplicità l’invito a non perdere nemmeno una briciola di questo tempo così duro. La storia, con Dio, si fa mettendoci il cuore e questo è uno di quei momenti in cui Dio chiede di approfittare e metterci tutto il cuore. Vi ricordate il primo giorno dell’anno, quando abbiamo messo tutte le speranze per questo 2021 nelle mani della Mamma di Dio? Abbiamo letto quella pennellata con cui san Luca dipinge lo sguardo di Maria meravigliata davanti al miracolo del presepe: «Maria da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole (ricucendole) nel suo cuore» (Lc 2,19). Ecco, questo è un sentiero dello Spirito Santo: iniziamo a cucire nel cuore i pezzi di questo triste periodo della vostra vita. Sentite cosa suggerisce san Paolo ai cristiani di Efeso schiacciati dal peso di discordia e discriminazione: «Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo» (Ef 4,31-32).
Vi vorrei proprio ora tutti con me qui a raccontarci non tanto le fatiche delle restrizioni, il terrore dei contagi, le dicerie sui casi sospetti, le accuse di negligenza o le polemiche sulle ordinanze del vicesindaco. Vi vorrei qui perché ognuno possa raccontare i tanti veri miracoli che accadono quando dalle ceneri della paura, del sospetto e della discordia possano spuntare germogli di umanità e di speranza. Quanto bello sarebbe insegnare questo sapiente stile di vita ai vostri giovani che crescono. Quanto gioverebbe al Vangelo che i cristiani di una comunità testimoniassero di essere come lievito che fa crescere speranza in una massa di pasta sofferente, confusa, arrabbiata e divisa. Mi sento di dire che questa è l’unica grande cosa da imparare dalla vita: ogni sofferenza porta con sé la promessa di guadagnarci in umanità. E tutto dipende dal cuore con cui la si affronta! Non possiamo sciupare quest’opportunità!
Vi dico tutto questo “con cuore di padre”. Papa Francesco, proprio quest’anno ci ha suggerito di tenere bene sott’occhio san Giuseppe che ha affrontato difficoltà e paure con cuore di padre. Mi viene in mente, perciò, di proporvi di vivere anche voi “con cuore di padre” questo tempo inedito ma sempre benedetto. Tutti abbiamo un cuore di padre.
Mi sento di invitarvi a inseguire con cuore di padre tutte quelle affascinanti stelle comete che puntellano la costellazione delle nostre relazioni.
Una di queste è certamente la comunità parrocchiale e le tante proposte offerte per crescere come uomini e donne di fede, speranza e amore in questo mondo in cui vincono dubbio, disperazione e prepotenza. Personalmente e insieme sperimentate la presenza di Dio nella vita, scegliendolo di più come interlocutore dell’esistenza.
Vi invito a pesare il tempo con cuore di padre. A leggere cioè ogni momento più intenso – tale è quello che stiamo attraversando – come un libro ancora da scrivere pagina dopo pagina, senza perdere una virgola dei segni di questo tempo. Scopriremo, sempre se avremo “un cuore di padre”, che non serve a niente riempire di giorni la vita se non riempiamo di vita i nostri giorni.
E infine vi esorto a cercare e a godere della verità col vostro grande cuore di padri. La barbarie dei mezzi di comunicazione usati a sproposito e dietro una comoda tastiera miete tante vittime e mai racconta tutta la verità. Non è tempo di andare alla ricerca di verità “per sentito dire”, ma è più che mai necessario mettere in moto il cuore di padre che abbiamo nel profondo. In questo dissento leggermente da Aristotele: la verità non sta nel mezzo ma nel centro, anzi nel profondo, nell’essenziale, nel discreto, nell’attento, nell’affettuoso, nel “congiunto”, nel piccolo, nel povero, nel precario, nel sofferto.
Lasciamo ai social la funzione sociale di raccontare e raccordare il mondo e le grandi distanze. Noi teniamoci per mano e con cuore di padri godiamo della verità, della fede e della felicità che si possono raggiungere nel raggio di un metro. E scavando nel cuore con mani di padre incallite dalla vita, a molto meno di un metro, troviamo Dio.
+don Corrado, con cuore di padre
Messaggio ai cristiani della comunità di Bono 16/01/21 (scarica il documento in formato PDF)