Imitatori di Cristo nella carità
Con il mercoledì delle ceneri – 26 febbraio – inizia il cammino quaresimale che ci conduce fino a Pasqua, domenica 12 aprile. La Quaresima è tutta polarizzata verso la Pasqua, la più grande delle solennità. E’ il tempo più prezioso dell’anno cristiano, che ci prepara e ci accompagna verso un rinnovato incontro con Gesù Risorto.
Il tempo della Quaresima sembra non aver bisogno di grandi introduzioni e di molti richiami. Tutti hanno una certa idea di ciò che ci viene chiesto in questo tempo.
In realtà, dobbiamo chiederci che cos’è che illumina il senso della Quaresima, che cosa dà motivo alle pratiche che la Chiesa ha elaborato nel tempo e ci ha consegnato nella tradizione. Ci viene in aiuto un testo della liturgia che ci accompagna nel cammino della Quaresima e che esprime uno dei suoi significati.
Si tratta del terzo prefazio proposto per questo tempo. In esso rendiamo grazie al Padre per questo motivo: “Tu vuoi che ti glorifichiamo con le opere della penitenza quaresimale, perché la vittoria sul nostro egoismo ci renda disponibili alle necessità dei poveri, a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore”. Colpisce anzitutto il legame tra le opere della penitenza e la glorificazione di Dio. Sembra suggerire che non sono vere opere di penitenza quaresimali quelle che ci rendono solamente più tristi, che fanno emergere solo la realtà del nostro peccato o anche solo il nostro sforzo di cambiamento. Piuttosto, queste opere di penitenza sono autentiche e secondo il volere di Dio quando sono come un inno di lode a Dio, un canto di ringraziamento a lui, un’espressione della sua gloria.
Questo è possibile proprio perché nella Quaresima non mettiamo in primo piano il nostro peccato, bensì la grazia di Dio che ci ha donato il suo Figlio. E’ alla luce di questo dono che prendono senso i nostri gesti di conversione e il nostro impegno di penitenza.
Tutto questo è messo in luce dalla seconda parte del prefazio, che mostra l’esito a cui tendono le opere della penitenza quaresimale: il superamento del proprio egoismo e l’apertura alle necessità dei fratelli. La vittoria sull’egoismo è propriamente la vittoria dell’amore, è semplicemente l’apertura della propria vita agli altri. Infatti l’egoismo si vince con l’esercizio concreto della propria disponibilità all’altro. Questo comporta di diventare “disponibili alle necessità dei poveri”.
Ecco uno degli ambiti di impegno che sono proposti tradizionalmente per la Quaresima: la carità (gli altri sono la preghiera e il digiuno, richiamati nel Vangelo del mercoledì delle ceneri: Mt 6,1-6.16-18). Qui comprendiamo quali sono le opere della penitenza quaresimale che danno gloria a Dio: sono quelle opere che ci fanno superare l’egoismo e ci dispongono a prenderci cura del fratello nel bisogno!
L’ultima espressione del prefazio ci aiuta a leggere ancora più in profondità l’impegno quaresimale. La dedizione ai poveri fa crescere in noi l’immagine di Cristo, ci fa imitatori del suo amore gratuito, della sua vittoria sull’egoismo e sul male. L’amore gratuito che ci apre agli altri ci fa diventare come Cristo, ci rende segno vivente della sua bontà. Tutto questo è grazia di Dio. Ecco perché possiamo rendere grazie a Dio come ci invita a fare questo prefazio: Egli ci dona questo tempo quaresimale per far crescere in noi la vita dei figli di Dio!
Ricordando di orientare il tutto a un cammino di fedeltà al Signore che non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.
Tutti abbraccio e su tutti invoco la benedizione del Signore.
+don Corrado
Vescovo