Mc 13,24-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Così scrive sant’Agostino rispetto a come ci si debba preparare al ritorno del Signore, dice: «Una cosa dunque è l’ignoranza dei tempi, un’altra cosa è la vergognosa corruzione dei costumi e l’amore dei vizi. Anche l’Apostolo Paolo così esortava i Cristiani: Non lasciatevi commuovere facilmente nella vostra mente né lasciatevi allarmare da chiacchiere e nemmeno da qualche lettera presentata come se fosse nostra, quasi che fosse imminente il giorno del Signore. Così dicendo egli voleva solo che non dessero retta a coloro che reputavano vicina la seconda venuta del Signore, ma non voleva neppure che facessero come il servo iniquo col pretesto che il Signore tardava a venire, abbandonandosi all’orgoglio e alla sensualità per andare in rovina. Egli al contrario voleva che non dessero ascolto alle false dicerie sulla prossima fine del mondo, ma che aspettassero la seconda venuta del Signore per essere pronti ad accoglierlo coi fianchi succinti e con le lampade accese. Voi però, miei fratelli, diceva loro, non siete nelle tenebre in modo che quel giorno tremendo vi possa sorprendere come un ladro. Voi tutti infatti siete figli della luce e del giorno; noi non apparteniamo né alla notte né alle tenebre. Chi invece dice: Il mio padrone tarda a venire, per poter strapazzare i servi e gozzovigliare con gli ubriaconi, non è figlio della luce ma delle tenebre e perciò la fine del mondo lo sorprenderà come un ladro. Ciascuno deve temere una simile eventualità anche per l’ultimo giorno della propria vita. Come ognuno sarà trovato nell’ultimo giorno della propria vita, così sarà sorpreso nell’ultimo giorno del mondo, poiché come uno muore in quel giorno, così sarà giudicato nell’ultimo giorno». (Sant’Agostino, Lettera 199).
Suor Stella Maria psgm