La mano nido.
«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Il Vangelo di domenica scorsa firmava così la lettera di invio dei Dodici discepoli. Il sigillo è la gratuità e la gratuità di potente ha il fascino di chi ha scoperto di avere un cuore talmente immenso da potersi permettere di perderci, di mettere da parte il profitto, l’utile, il guadagno e godere del solo fatto di avere un cuore così grande! Scoprire la grandezza del proprio cuore: mica una cosa da poco per questi tempi di cosificazione, mercificazione e commercializzazione di tutto, vite umane, emozioni e dolori compresi!
Il sigillo della gratuità (come il sigillo che l’angelo dell’Apocalisse appone sulla fronte per indicare chi è salvato) rende affascinante, credibile ogni testimonianza e ogni nostra missione. Questa settimana quel sigillo si prolunga fino a rispondere alla domanda: l’esperienza di gratuità mi garantisce il premio di una vita comoda? Risposta scontata: no! Spesso sfido le persone a trovare una pagina, una storia, una parola della Scrittura dove si presenta la fede come assicurazione casco sulla vita! Il Vangelo di domenica prossima risponde così: «Neppure un passero cadrà a terra senza il (volere del) Padre vostro». Che vuol dire: siamo nelle mani di Dio, oppure, come mi ha insegnato qualche settimana fa un signore ultranovantenne: «ci ho messo tanto tempo, ma alla fine ho capito la cosa più potente della vita: semus in manos de Attere». La fede non è altro che interpretare ogni paura, ogni caduta o ogni abisso della vita come un procedere passo passo verso l’abbraccio di Dio che non ritira la sua mano ma che la tiene aperta a forma di nido. Così ce lo spiega padre Ermes Ronchi con questa gustosa preghiera:
Dalle tue mani
ogni giorno spicchiamo il volo,
nelle tue mani
il nostro volo terminerà ogni volta
perché niente accade fuori di Te,
perché là dove credo di finire, o morire,
proprio là inizia, Signore,
il nido delle tue mani.
don Giammaria Canu