Messaggio del Vescovo.
Quest’oggi siamo invitati a ripensare al mistero centrale, al cuore della nostra fede, cioè alla Pasqua del Signore Gesù.
Tutto è partito da lì, lo sappiamo, da quel mistero che oggi contempliamo realizzato in Maria.
Ogni estate celebriamo quella che a buon diritto può essere chiamata “la pasqua di Nostra Signora”, la sua Assunzione.
Celebriamo proprio nel mese nel quale confortiamo il nostro corpo e il nostro spirito con qualche giorno di riposo, Colei che è già ora entrata in quel riposo che è la vita stessa del Cristo risorto e glorificato. Colei che gli fu più vicina nella vita, nel dolore e nella morte, Colei che più di tutti, fin da ora, gli è pienamente conforme nella risurrezione.
La solennità dell’Assunta ci fa dire che, bando alle nostre preoccupazioni e alle nostre paure: Cristo ha vinto la morte e in Maria ci offre una sicura ancora di salvezza.
Dio continua a donarci questo segno perché nessuno patisca lo smarrimento e la disperazione.
Maria glorificata non ci abbandona, anzi è molto vicina a noi.
La festa di oggi è un invito a guardare al di là dell’oggi: la vita umana non si esaurisce quaggiù, ma ha uno sviluppo e completamento meraviglioso al di là dello scenario fragile dell’esperienza quotidiana. Possiamo dire con assoluta certezza: il “meglio” deve ancora venire, il più “bello” deve ancora manifestarsi.
Alla luce di questo vorrei dire che l’Assunzione di Maria è un grido del Cielo verso la terra: è una provocazione divina nei confronti della nostra debole memoria che può veramente ammalarsi di “dimenticanza dell’eternità”.
Sì proprio nell’eternità è la radice del nostro futuro: credere alla fedeltà di Dio, credere che non ci rigetta mai, che siamo figli sempre e comunque.
L’Assunzione ci spinge a considerare la nostra vita con gli occhi di Dio, a valutarne lo scopo, il fine. A non smarrire ciò che vi è di essenziale, ciò che le dà senso e compiutezza.
Maria, ci induce a una saggezza sconosciuta, una saggezza che ci porta a considerare la vita con occhi diversi, rivolti verso il Paradiso!
Thomas Merton, che è stato ateo in gioventù e poi è divenuto credente e infine monaco, ha osservato: “Il tempo galoppa, la vita sfugge velocemente tra le mani! Ma può sfuggire come sabbia o come …semente!”
Preghiamo affinchè i nostri giorni veloci non siano inutile sabbia ma, attraverso la fede, la speranza, la carità concretamente vissuta, siamo semente del nostro futuro.
Ci aiuti Maria a vivere bene il tempo che Dio ci offre.Una speranza cristiana che non è soltanto nostalgia del Cielo, ma vivo e operoso desiderio di Dio qui nel mondo; desiderio di Dio che ci rende pellegrini infaticabili, alimentando in noi il coraggio e la forza della fede che nello stesso tempo è coraggio e forza dell’amore, come indicato bene nel canto del Magnificat. Amen.
+don Corrado