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DI DOMENICA IN DOMENICA - a cura di don Giammaria Canu

Domenica, 6 febbraio 2022.


Sulla tua parola tutto diventa immenso.


Una manciata di versetti dopo il Vangelo di domenica scorsa, ad un certo punto, l’orizzonte si apre, si spalanca la scenografia e dalla stretta sinagoga di Nazareth che ospitava i cuori ri-stretti dei nazarethani, Gesù è co-stretto a farsi spazio, ad aprire un varco tra i suoi compaesani infastiditi, smarriti e disturbati nella loro fede in stato di quiete assoluta e ad allargare la geografia allo Spirito Santo: inizia il cammino verso Gerusalemme, la fatica immane di Dio di trovare spazio nel cuore profondo dell’uomo rimpicciolito, diminuito e asfissiato da una religiosità “catrame e cemento” (cantava Celentano). Ad un certo punto, per il nostro evangelista Luca tutto diventa grande: si inizia a respirare! E lo Spirito, che proprio il re-spiro ce l’ha in dote nel nome, si diverte dopo millenni di cattività, come un ragazzino il giorno che arriva il risultato del tampone negativo!

Nelle pagine che precedono il Vangelo di domenica prossima, Gesù ricomincia tutto dall’ampio scenario di un luogo deserto vicino a Cafarnao, sempre in Galilea. Ma la folla lo insegue e fa di tutto per trattenerlo, questa volta assettata di miracoli e ormai incontenibile: è l’incontinenza di chi non sa trattenere la voglia di comprare, costi quel che costi, quel campo dove ha trovato un tesoro enorme (cf. Mt 13,44)! Ma Gesù, ancora una volta, si smarca da tutti i tentativi di acchiapparlo per avere in squadra il fuoriclasse che da solo fa vincere il campionato.

Ma di nuovo, e siamo al Vangelo di domenica, la folla lo becca e gli fa ressa attorno. Luca però introduce un elemento nuovo: l’inter-esse per Gesù si sposta sulla sua parola: «la folla gli faceva ressa per ascoltare la parola di Dio». Finalmente si ingrana la prima marcia (finora era tutto in retromarcia visto che l’unico obbiettivo era avere l’esclusiva del Gesù miracoloso, taumaturgo, esorcista e santone). Gesù ne approfitta e da buon architetto della Parola di Dio inventa un anfiteatro naturale: lui su una barca a parlare dei sogni di Dio e la gente seduta sulla riva del lago a buttare dentro ai polmoni aria nuova, un nuovo dizionario, tutta la novità di un Dio che spalanca le fessure dell’umano per far intravedere l’eternità dal buco della serratura umana. Dio parlava e loro chiudevano gli occhi e respiravano forte sognando di passeggiare già nell’eternità con Dio. Il lago di Gennesaret non aveva più sponde: era diventato l’oceano delle promesse immense di Dio. Mi viene da pensare un passaggio di Erri de Luca: «il crocefisso non vide il mare. Stava coi pescatori di lago, che sono circondati dai bordi delle rive. Fa bene agli occhi chiusi una distesa davanti senza fondo». Una goduria per lo Spirito Santo quello spettacolo. Altro che miracoli: la Parola viene prima («in principio era il Verbo», Gv 1,1). La Parola che inquieta ma educa alla vera libertà, mentre il miracolo affascina, delizia, ma costringe, acchiappa per la gola e per la pancia: con i miracoli si possiedono le persone, con la parola le si lanciano verso la creatività dello Spirito.

Per chi cerca verità, senso, felicità la strada non è per nulla facile. Ma per fortuna capita sempre meno raramente di individuare il “miracolo” di qualche profeta che, come una fiammella, fa luce nel nostro mare di urla confuse, smarrite e impazzite. E dall’altra parte, la storia è zeppa di uomini alla ricerca di fiammelle che accendano le domande senza urlare addosso le risposte. Sono animi inquieti e seri, innamorati delle domande più che delle risposte, impegnati ad aggiustare le vele più che a mendicare dei moli d’attracco. Per tutti loro arde la certezza di Gesù: «Consolati: tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato» (Pascal).

Vale la pena per Gesù “prendere il largo”, che in greco Luca diceva: «Pietro, ritorna in profondità e gettate le reti… d’ora in poi pescherete uomini immensamente vivi». E Pietro: «sulla tua Parola, calerò in profondità le reti». Ed ecco una quantità enorme, immensa, infinita di vita. I miracoli della Parola. Edizioni di un Dio imperdibile: «Laggiù all’orizzonte sulle acque amare, deserte, naviga certe sere Dio con una sua barchetta, invisibile passerà accanto a te che nuoti disperato e ti toccherà con la sua mano» (Buzzati, Cosa sei creatura?).



don Giammaria Canu


C. Monet, Impression, soleil levant (1872).

Così è la parola di Dio: tra le nebbie di un nuovo duro mattino e le grandi barche ormeggiate come spettri ondulati dalle onde, lancia piccole scialuppe verso il mare aperto.

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