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LA DOMENICA SULLE SPALLE DEI GIGANTI - a cura di don Giammaria Canu

Domenica, 14 Maggio 2023.


Dilige, et quod vis fac.


Chiedo venia, ma quando c’è in campo l’amore, quando la Parola rallenta la corsa e si lascia travolgere dal torrente impetuoso dell’amore, quando a tema è messo il perché e il per-chi noi viviamo, respiriamo, fatichiamo, perdoniamo, ci svegliamo, sogniamo, piangiamo, restiamo, bisticciamo, vegliamo, preghiamo, (ci può stare qualsiasi verbo del vocabolario, basta che sia coniugato nella sua verità profonda, e non nella suo modo di coprire, oltraggiare o diminuire la vita!)… Dicevo: quando è l’amore l’oggetto del parlare, genufletto le mie idee davanti a tanti giganti campioni imbattuti. Uno di loro, personalmente il più grande pensatore dell’amore dopo san Giovanni, è sant’Agostino. Faccio copia-incolla da uno dei suoi testi più struggenti (il Commento alla Prima Lettera di Giovanni) e auguro buona sesta domenica di Pasqua con l’orizzonte già spalancato all’alba dello Spirito Santo!

«Cristo è il Verbo di vita. Ma come si è manifestata? Essa era fin dall'inizio, ma ancora non si era manifestata agli uomini; s'era invece manifestata agli angeli che la contemplavano e se ne cibavano come del loro pane. Ma che cosa afferma la Scrittura? L'uomo mangiò il pane degli angeli (Sal 77, 25). Dunque la vita stessa si è resa visibile nella carne; perché si è manifestata affinché fosse visto anche dagli occhi ciò che solo il cuore può vedere e così i cuori avessero a guarire. Solo col cuore si vede il Verbo; cogli occhi del corpo invece si vede anche la carne. Noi potevamo vedere la carne, ma per vedere il Verbo non avevamo i mezzi. Allora il Verbo si è fatto carne e questa la potemmo vedere, onde ottenere la guarigione di quella vista interiore che sola ci può far vedere il Verbo […]

Molte cose possono avvenire che hanno una apparenza buona ma non procedono dalla radice della carità: anche le spine hanno i fiori; alcune cose sembrano aspre e dure; ma si fanno, per instaurare una disciplina, sotto il comando della carità. Una volta per tutte dunque ti viene imposto un breve precetto: ama e fa' ciò che vuoi [dilige, et quod vis fac]; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell'amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene. In questo sta l'amore. In ciò si è manifestato l'amore di Dio in noi: che Dio mandò il Figlio suo Unigenito in questo mondo, affinché noi viviamo per mezzo suo. In questo è l'amore, non nel fatto che noi abbiamo amato, ma nel fatto che lui stesso ci ha amati. Noi non abbiamo amato lui per primi: infatti egli per questo ci ha amati, perché lo amassimo.

Nessuno mai vide Dio (1 Gv 4, 12). Dio è invisibile; non bisogna cercarlo con gli occhi ma col cuore. Se volessimo vedere il sole, toglieremmo gli impedimenti agli occhi del corpo, per poter vedere la luce; così se vogliamo vedere Dio, purghiamo quell'occhio con cui Dio può essere visto. Dove si trova questo occhio? Ascolta il Vangelo: Beati i mondi di cuore, perché essi vedranno Dio (Mt 5, 8). Nessuno si faccia un'idea di Dio seguendo il giudizio degli occhi. Costui si farebbe l'idea di una forma immensa oppure prolungherebbe negli spazi una grandezza immensurabile, come questa luce che colpisce i nostri occhi e che egli stende all'infinito quanto può; oppure si farebbe di Dio l'idea di un vecchio dall'aspetto venerando. Non devi avere pensieri di questo genere. Se vuoi vedere Dio, hai a disposizione l'idea giusta: Dio è amore. Quale volto ha l'amore? quale forma, quale statura, quali piedi, quali mani? nessuno lo può dire. Esso tuttavia ha i piedi, che conducono alla Chiesa; ha le mani, che donano ai poveri; ha gli occhi, coi quali si viene a conoscere colui che è nel bisogno; dice il salmo: Beato colui che pensa al povero ed all'indigente (Sal 40, 2). La carità ha orecchi e ne parla il Signore: Colui che ha orecchi da intendere, intenda (Lc 8, 8). Queste varie membra non si trovano separate in luoghi diversi, ma chi ha la carità vede con la mente il tutto e allo stesso tempo. Tu dunque abita nella carità ed essa abiterà in te; resta in essa ed essa resterà in te. Se si mostrasse a voi un vaso d'oro cesellato, indorato, fatto con arte, ed esso attraesse i vostri occhi e attirasse a sé la brama del vostro cuore, ciascuno di voi direbbe: "oh, se avessi quel vaso"? Ma lo avreste detto inutilmente, poiché non era in vostro potere averlo. Oppure, se uno volesse averlo, penserebbe di rubarlo dalla casa di un altro. A voi vien fatto l'elogio della carità; se essa vi piace, abbiatela, possedetela; non è necessario che facciate un furto a qualcuno, non è necessario che pensiate di comprarla. Essa è gratuita. Tenetela, abbracciatela: niente è più dolce di essa. Se di tal pregio essa è quando viene presentata a voce, quale sarà il suo pregio quando è posseduta?


don Giammaria Canu


Stele funeraria con l'iscrizione in lingua greca ΙΧΘΥϹ ΖΩΝΤΩΝ (Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore dei viventi), Inizi del III secolo. Tertulliano, all’inizio del III secolo, parlando del Battesimo afferma che l’oceano di amore nel quale siamo immersi ci fa stare come pesciolini (pisciculi) che possono respirare vivere solo di quell’acqua.

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