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DI DOMENICA IN DOMENICA - a cura di don Giammaria Canu

Domenica, 30 maggio 2021


Tre tifosi della mia umanità.


Uno della Trinità si è incarnato (il Figlio), uno si è innamorato della sua Creazione come un Padre si innamora dei figli e un altro, il più ribelle alle forze della natura, si è intestardito che non è possibile che l’uomo vada contromano nell’autostrada che conduce alla felicità. Quest’ultima persona della Trinità è lo Spirito Santo.

Per secoli vescovi, teologi e imperatori si sono bisticciati per capire cosa facessero le tre persone della Trinità, finché è risultato chiaro che quello che Dio comandava agli uomini nella Trinità non è un comandamento ma uno stile: la Trinità mistero di amore (titolo di uno dei manuali classici di teologia trinitaria). Perché in Dio essere e fare coincidono, come coincidono amore ed essere, mistero e verità, come coincidono paternità e maternità, occhi e cuore, mani e sapienza, vento e fuoco, amore e libertà, crocifissione e risurrezione, miracolo e perdono, e tanti altri “paradossi” che nei filosofi generano confusione e invece nella Trinità (l’Essere semplicissimo, diceva san Tommaso) trovano comunione (La Trinità mistero di comunione, altro grande titolo della manualistica trinitaria post-conciliare).

Domenica scorsa la Pentecoste e domenica prossima la Trinità. Viene da pensare che sono due scatole con la scritta esterna attenzione fragilissimo, maneggiare con cautela e col contenuto vasto quanto un abisso impossibile da infilare dentro le nostre scatole craniche. Da stolti pretendere di capire, ma da “tonti” non approfittare per una sana ginnastica del cuore: la Trinità “passa il tempo” a far germogliare la mia umanità più profonda. Cioè tifa per me, per la mia umanità, felicità, libertà, cioè perché io raggiunga e viva la mia piena verità.

E lo Spirito Santo è proprio la Persona divina che questa cosa la opera dentro di me, sempre all’opera per me, con me e attraverso di me. Lo Spirito Santo è Dio che lotta quotidianamente perché io non cada nel baratro del mio “banale egoismo”, il peggiore di tutti i mali, peggiore di tutte le pandemie e gli stermini di tutta la storia (anche perché questi ultimi sono proprio frutto di cuori ridotti a un groviglio di banale egoismo). Ci sono infatti grossi e banali attentati alla nostra personale umanizzazione, cioè pericoli che boicottano la nostra felicità. Ma qui lo Spirito Santo è veramente nostro paraclito (avvocato suggeritore che non si mette al mio posto, ma suggerisce dove mettere i piedi). Immagino che il gran consiglio della Trinità sorvegli sui grossi rischi della mia vita, tanto grossi da scuotere il cuore di Dio fino a far scomodare lo Spirito Santo (che infatti già è sempre nei nostri paraggi).

Ci sono rischi di cui la Trinità non ha nessuna paura che possano danneggiare la nostra felicità, come per esempio il rischio che si parli male di me. Non è da questo che dipende la mia vita (quante volte ce lo ripetiamo!). Però esiste il rischio di far male al prossimo. Questo è un serio attentato alla mia felicità capace di far sfoderare tutto l’arsenale trinitario in mia difesa. Oppure il rischio di rovinare le cose belle della mia vita (il proprio matrimonio, una bella amicizia, la propria vocazione). Il rischio di sperperare le cose sante di Dio. Il rischio di trovarsi alla fine della vita e di non aver fatto niente di importante, niente di grande. Il rischio di aver sciupato le occasioni di bene, di amore. Il rischio di esser passati su questa terra senza aver contribuito ad aumentare il capitale di amore il cui primo investimento lo ha fatto il Creatore. È possibile che una persona si rovini, si sprechi, si frammenti in mille pezzettini insignificanti con una vita da quattro soldi. È drammaticamente possibile sbagliare mira. E per questo bisogna aver paura di perdere lo Spirito Santo che ci aiuta a raddrizzare il tiro. San Filippo Neri diceva di soffrire intimamente il terrore di essere abbandonato da Dio e pregava: «Signor mio, non ti fidar di Filippo!».

Queste cose dovrebbero costituire una profonda e potente catechesi del battesimo. Quanto sarebbe prezioso accompagnare i bambini che crescono facendo loro percepire che lo Spirito Santo non ci lascerà allo sbaraglio nella gara della vita e che ad ogni pericolo come quelli su accennati si mette in moto tutto il Paradiso della Trinità.


don Giammaria Canu


M. I. Rupnik, La Trinità (dettaglio dell’effusione dello Spirito Santo).

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